Io & la Musica

una raccapricciante storia d'amore

Ognuno ha la musica che si merita

Come fanno 7 misere notarelle a mischiarsi tra di loro riuscendo a creare miliardi di combinazioni, di canzoni di generi musicali lontani mille miglia l'uno dall'altro? e come fanno quelle sette noticine a creare tanti stati d'animo diversi? Pensateci un pò: la musica ci può isterizzare, gasare, commuovere, divertire, ci può far dormire, ballare e addirittura guarire e sempre utilizzando una sequenza di quelle sette note e delle loro alterazioni.
E come si può tra tanta abbondanza dire qual'è la canzone o il genere musicale più bello in assoluto?
Davvero non si può.
Ognuno di noi recepisce la musica in modo diverso e ne fa uso e consumo diverso anche se l'amore per un genere musicale, un gruppo o uno strumento, crea inevitabilmente delle comunità e delle comunanze tra individui. La musica difficilmente divide, piuttosto unisce. I miei primi amori musicali (i Rokes dapprima ed i Beatles poi) ad esempio hanno costruito e solidificato la mia amicizia con Camillo Maruotti sin dalle scuole elementari, amicizia che ancora oggi è solida e vitale.

Ma la musica non è solo quella che ascolti, è anche quella che fai, e che per un adolescente suonare uno strumento è assolutamente propedeutico alla possibilità di "acciaffare" ragazze più facilmente. In base a tale inconfutabile perla di saggezza  io  Camillo e Mauro Salvatori tentammo il nostro primo approccio alla musica suonata. Tentavamo di suonare  Battisti con una chitarra qualitativamente molto vicina a quelle che la Sperlari riempiva di caramelle senza avere nessuna cognizione di causa ed ignorando addirittura  che la chitarra andava accordata. Con il tempo le cose migliorarono un pò ed a ogni accordo imparato corrispondeva in automatico la creazione di una canzone: se imparavamo due accordi scrivevamo una canzone con due accordi, se ne imparavo altri due, la canzone successiva aveva 4 accordi. 
Piano piano però qualcosa di decente venne fuori ed io e
Camillo riscuotemmo i primi "successi" tra prezzolati amici con WAKE UP ed altre piccole (ma per noi grandi) cose.

Intorno al 1970 fondammo il nostro primo complesso, allora come oggi privo di un nome. Con noi vennero a suonare due fratelli, Giulio e Nando Treggiari. Il primo era "un impegnato cantautore con tanto di dodici corde" e l'altro un piccolo ma vivace batterista. Nacquero canzoni che, nel loro piccolo, fecero storia e che molto cinquantenni di oggi ricordano ancora (godiamo ancora di un immeritato piccolo successo locale) come WELCOME TO SIPONTO o IERI. Il clou di quel periodo fu il 1972 quando organizzammo nella nostra "Country Home" un vero e proprio WOODSTOCK dei POVERI (detto anche IL FESTIVAL DI ARICCIA DEI RICCHI) a cui partecipò praticamente tutta la foggia che noi conoscevamo. Dopo pochi mesi però Giulio che già aveva la patente e la macchina ci lasciò per correre appresso alle figliole e dopo poco, privi di un membro (non nel senso letterale del termine)  il gruppo si sciolse. Nando iniziò a studiare il flauto ed il pianoforte, Giulio l'anatomia umana ed il diritto romano mentre io e Camillo restammo fedeli all'idea di diventare famosi. Dopo un pò anche Camillo iniziò a trovare più interessanti le femmine che la chitarra mentre io sostenevo che lo strumento per coltivare le figliole era proprio l'amata sei corde. Fondai un gruppo, rock il CAPITOLO IV, con Tonio Toma alla batteria, Tonio Console al basso ed un certo  Pasquale all'organo, e quando questo si sciolse, passai alla musica della west coast. Frequentavo chiunque suonasse uno strumento cercando di assimilare informazioni ed allargare i miei orizzonti musicali.

Quale fosse la mia musica è difficile a dirsi. Ho composto circa 600 tra canzoni e musiche assai diverse tra loro in una continua evoluzione di stili ed esperienza. Nel 1986, prima di fermarmi per 10 lunghi anni, ho composto le mie cose migliori. E' una specie di viaggio in quella sottile striscia che divide il dormiveglia dal sonno ed il sogno dalla realtà. Registrai gran parte del lavoro che però completai solo 10 anni dopo, nel 96. Questo lavoro fu tutto realizzato usando elettronica, campionatori, tastiere e mai chitarre. Nel 2000 sono tornato indietro sui miei passi ed ho imbracciato nuovamente la mia semplice vecchia chitarra acustica e nel 2002 sono riuscito a coinvolgere
Camillo ed in seguito anche Giulio che avevano deposto definitivamente l'ascia sin dal 1972, in una nuova avventura musicale fatta di cover anni 60/70e divertissement

Oggi suoniamo nel nostro locale, LA GROTTA,  e ciò che è incredibile e forse bellissimo, è proprio questo vivere in modo artistico un'età che potrebbe sembrare spenta. Facciamo oggi quello che avremmo voluto fare da ragazzi e lo facciamo insieme, io Camillo e Giulio

Abbiamo la musica che ci meritiamo.